Da vedere
Novara e dintorni
La città giocherellona
A prima vista non si direbbe, ma chi la conosce bene può confermarlo. Novara è una città giocherellona: ad esempio, durante i mesi freddi, si diverte a nascondersi davanti agli occhi indiscreti della gente. Lo intuirono subito gli antichi romani, che infatti la chiamarono ‘Nubilaria’, città delle nubi. Novella Avalon? Può darsi, anche se al posto di Merlino qui gli incantesimi li fecero Ludovico il Moro e il Conte di Cavour.
Fatto sta che ancora oggi questo lembo di Piemonte, stretto tra fiumi e risaie, continua a giocare a nascondino. Così, quando all’improvviso si staglia l’elegante cupola di Alessandro Antonelli, la più alta d’Europa (121 metri), vien da chiedersi da dove sia sbucata. Passeggiando per il centro storico, il gioco prosegue: i monumenti storici si svelano imprevisti, sorprendendovi con la loro bellezza. Ecco l’antico Battistero paleocristiano, l’edificio più antico della città. Basta qualche passo in più, a piedi o nel tempo, per trovarsi al cospetto del Broletto, curioso complesso architettonico medievale costituito da quattro edifici di stile diverso dall’altro, disposti attorno a un leggiadro cortile. Un’ultima deriva per le vie della città si conclude infine all’Ospedale Maggiore di epoca spagnola, ampliato sempre dall’Antonelli intorno al 1850.
Stanchi del nascondino? Un, due, tre, liberi tutti: si cambia gioco. Sfidate i vostri amici in una tenzone degustativa lungo la Strada del Vino: le specialità tipiche delle colline novaresi, come l’antico salame della Duja o la ricca Paniscia preparata col riso coltivato proprio qui, possono soddisfare anche i palati più esigenti. E per brindare con gusto, niente di meglio di un buon bicchiere di Ghemme, il vino-simbolo dell’enologia locale. Tra l’altro l’omonimo paese, città natale dell’Antonelli (sempre lui!), è celebre per il suo ricetto fortificato, unico dei quattro esistenti in Piemonte a essere ancora abitato. Qui venne ospitato il Duca Galezzo Maria Sforza in occasione dell’omonima pace di Ghemme che nel 1467 sancì la fine delle ostilità tra Sforza e Savoia.
Per gli amanti della natura e del bird watching il gioco prosegue nel Parco delle Lame del Sesia, dove è possibile osservare un’infinità di uccelli amanti dell’acqua come cormorani, aironi, nitticore e alcuni rari esemplari di ibis sacro. Chi invece predilige le specie terrestri può soddisfare le sue curiosità etologiche tra i leoni e le giraffe del Safari Park di Pombia.
Gli appassionati di golf, infine, possono sfogare la loro passion predominante presso due circuiti d’elezione – Bogogno e Castelconturbia – considerati tra i migliori green al mondo in virtù del clima collinare e dalla magnifica vista sul monte Rosa.
Per concludere… siete amanti delle rime? Sappiate allora che, senza alcun dubbio, il gioco più bello è quello del Castello.